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L’ArtPAI (Associazione Ricerca Training Psicodramma Analitico Individuativo) è stata fondata nel 2005 dai professionisti che da molti anni sono impegnati nell’applicazione e nello sviluppo dello Psicodramma Analitico Individuativo nei contesti clinici della cura, nei contesti della psicologia della salute e nei contesti formativi e di ricerca.
L’ArtPai è riconosciuta a livello europeo dalla FEPTO (Federation European Psychodrama Training Organisations).

In questi anni ci siamo ritrovati per condividere idee, parole, opinioni, momenti lavorativi, terapeutici, supervisioni cliniche, progetti, differenziazioni…
Ma anche momenti di gioia, difficoltà e affetto.
Molte persone si sono associate a noi, alcune sono rimaste sulla porta, altre si sono dissociate, ma il concetto di gruppo, che ci accomuna, ancor prima dello psicodramma, offre questa possibilità, nel fondamento che l’identità – individuale, gruppale e sociale – si distribuisca su un continuum in interazione ed evoluzione.

Attualmente l’associazione ArtPAI è così costituita:

- drs Vanda Druetta è il Presidente dell’Associazione.
- drs Carola Palazzi Trivelli, il Vice presidente.
- drs Cristina Testa, Elena Scala, Claudia Guidi, Chiara de Marino, Laura Viadana e dr. Alberto Cestelli, i soci attivi.

Lo Psicodramma Analitico Individuativo che utilizziamo nella nostra pratica clinica e analitica, è un metodo di lavoro in gruppo che coniuga le teorie moreniane e junghiane privilegiando l’analisi del materiale simbolico emerso e dei sogni.
Ha origine dallo Psicodramma di Moreno e si sviluppa a Torino grazie a Giulio Gasca, nella formulazione della teoria dei ruoli.
Utilizza sia l’analisi del gioco dei ruoli che l’osservazione analitica delle immagini archetipiche evocate.
Nella sessione di gruppo è presente:
- un conduttore che guida i protagonisti a turno, attraverso la drammatizzazione di una sequenza di scene personali, facilitando l’immedesimazione verbale e corporea nel ruolo, l’introspezione attraverso la tecnica del doppiaggio, il cambio di ruolo;
- un osservatore che restituisce, al termine della sequenze di gioco dei protagonisti, i contenuti emersi, le immagini evocate, le dinamiche del gruppo, il tema sotterraneo su cui il gruppo si è espresso.

Può essere utilizzato, nella versione conforme alla teoria dei ruoli, nella pratica analitica, terapeutica e di supervisione di casi clinici con terapeuti in formazione, con équipe o gruppi di lavoro.
In queste situazioni il gruppo è composto da 10/15 partecipanti, anche con diagnosi miste; che si ritrovano con una cadenza fissa. Solitamente una volta alla settimana,
Si usa nell’età evolutiva, (per esempio, attraverso la rappresentazione di fiabe), con adolescenti, con utenza nevrotica e borderline. In alcune situazioni si possono utilizzare tecniche di riscaldamento che portano poi alla sessione dei giochi.

In altri contesti formativi, scolastici, sportivi, là dove la finalità non è necessariamente di tipo analitico, ma di tipo riflessivo/esperienziale, o di ricerca, si possono utilizzare delle tecniche psicodrammatiche che contemplano gli strumenti del PAI, come la drammatizzazione, il doppiaggio, l’interpretazione e il cambio di ruolo.
Si usa in piccoli gruppi, in gruppi mediani e in large group con finalità differenti che comprendono uno scopo strettamente analitico che agisce sul mondo interno dei partecipanti e sulle dinamiche tra i ruoli dei menbri del gruppo fino ad uno scopo più centrato sulla dimensione transpersonale dei ruoli che tende a cogliere le connessioni con i grandi temi culturali e sociali che appartengono all’inconscio collettivo.
In questi contesti cambia anche la dimensione del gruppo che può essere composto da un maggior numero di partecipanti, fino a 20/30 partecipanti (gruppo mediano), a oltre 30 del large group.

E possibile lavorare in assetto di large group, in sottogruppi creando al loro interno delle scene reali o delle immagini.
Altri strumenti finalizzati a riflettere sulle proprie matrici personali, culturali e sociali per meglio differenziarle dai precipitati impersonali, sono il sociodramma e il socio-psicodramma. Entrambi si propongono di lavorare sulle problematiche di tipo sociale, transgenerazionale, spirituale.
Di solito si prevedono sessioni uniche che interessano una mezza giornata o una giornata intera di lavoro in gruppo.

Ciascuno di noi ha una formazione specifica nella conduzione di gruppi di PAI e propensioni più individualizzate anche ad altre tecniche, come l’arte terapia, la ricostruzione dell’albero genealogico, la meditazione, la terapia delle sabbie, il sociodramma, lo stories telling digitale, le costellazioni familiari e transgenrazionali e tanto altro ancora…

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